Serge Noir
Non vorrei pensaste che lo faccia apposta: è meramente un caso che anche con il terzo Lutens mi venga facile un paragone con un altro profumo anch'esso di recente creazione. Che sia l'alloro dichiarato in piramide il responsabile della partenza canforata e balsamica di Serge Noir? Perché a dire il vero mi sembra più convincente l'attacco di Sheldrake piuttosto che quello della tigre di Heeley. Esprit du tigre comincia con una canfora che svanisce in poco tempo e che più che quella pare mentolo, per poi morire in un insignificante letto di sterpaglie che a definirli legni gli si fa un complimento. Legni poi giovani, arbusti quasi: lisci come il volto di un imberbe. E la tigre? Mah! Ma non è questa la recensione di Esprit, bensì quella di questo aristocratico incenso dalla buona persistenza e dal sillage discreto e non invadente anche se duraturo. Insomma: pare proprio che le sua caratteristiche "tecniche" (persistenza e ampiezza della scia) rispecchino la distinta persona di Monsieur Serge, da come appare nelle fotografie che lo ritraggono.
Veniamo al contenuto, ai colori olfattivi di questo che fino ad ora è l'unico Lutens per cui meterei
quasi la mano al portafoglio. Torniamo da dove abbiamo cominciato, vale a dire dalla partenza. Canforata, dicevo: in realtà la parola più adatta sarebbe dire che Serge Noir apre con delle profonde e scure note balsamiche che con ritmo regolare diradano inserendo le due note dominanti: l'incenso e l'ambra. Nemmeno qui, l'idea lutensiana delle strutture dolci e rotonde a mio avviso si smentisce. Sulla mia pelle, contrariamente a quanto letto, Serge non assume tonalità acri: anzi io non sento note bruciate in alcun modo. Questione di epidermide: giusto ieri ricordavo che alcune volte tendo ad addolcire i profumi. Ma su questo discorso sarebbe bello e utile aprire una discussione, provare a giocare tutti insieme alla scoperta del proprio ph, oltre la propria esperienza.
L'incenso rivela un altro leit motiv di questa maison che tende ad unire alla dolcezza anche il calore: infatti è un incenso caldo, non fresco e quindi non l'incenso ecclesiastico all'Avignon di Comme. Direi quasi saponoso molto simile in questo - la sola nota di incenso, lo ribadisco - a quello utilizzato in Spiritus/Land di Miller et Bertaux: e secondo me, azzardo naturalmente, questo aspetto
soapy non deve essere sfuggito alla premiata ditta "Lutens & Sheldrake" tanto che per tamponarlo hanno pensato bene di fasciare questo incenso con la seconda importante nota di ambra. Forse sarebbe più corretto dire che più che fasciarlo, quest'incenso, l'hanno impregnato tanto paiono una nota sola. Mi sono chiesto per tutta la mattina cosa desse quella rotondità, cose tamponasse il richiamo al sapone senza capirlo fino a darmi dello scemo davanti alla piramide. Il cisto non lo sento: semplicemente perché non lo conosco e perché difficile a mio avviso da isolare in quanto utilizzato spesso come esaltatore dell'ambra.
Un Lutens da meditazione. Facile da portare, per me, con un che di messa a proprio agio.
Amo i profumi più secchi, tuttavia. Quindi non posso che confermare ulteriormente la mia equa distanza dalle sontuosità di questa linea.